La vera storia di Internet

La vera storia di Internet

La nascita di InternetMa facciamo un passo indietro. Il progetto di una rete che collegasse i supercalcolatori di vari centri di ricerca era nato dall’intuizione del generale che aveva guidato lo sbarco in Normandia, Dwight David Eisenhower. Il progetto fu sviluppato dall’Arpa, da lui voluta nel 1957, in seguito agli studi di due psicologi, Robert Licklider che aveva teorizzato l’Intergalactic Computer Network (1962)e poi Larry Roberts, che aveva elaborato il progetto Arpa Net (1967). Grazie agli studi di Leonard Kleinrock, Paul Baran e Donald Davies nel 1965 si trovò anche il modo di trasmettere i dati su questa rete con ambizioni globali, ma prima di stabilirne le regole con gli RFC (Request for comments), e costruire nel 1969 gli Imp (Interface Message Processor), gli odierni router, che dovevano permettere a computer e reti eterogenee di comunicare fra di loro, Arpanet era ancora una chimera per collegare fra di loro gli scienziati che avrebbero dovuto vincere la corsa allo spazio contro i sovietici.

Nel 1973 due ingegneri, Vinton Cerf e Bob Kahn, definiscono le regole (il Tcp/Ip) che diverranno lo standard di comunicazione per il trasporto dei dati sulla rete a commutazione di pacchetto pensata parallelamente nel 1965 da Kleinrock, Baran e Davies. Nel frattempo sempre più università si doteranno degli Imp prodotti dall’azienda BBN e cominceranno a collegarsi tra di loro. Ma intanto crescevano altre reti con nomi diversi. Il Tcp/Ip consentiva di collegarle tutte: Arpanet, Alohanet, Satnet e così via.

Un successo italianoMa torniamo all’Italia, dove il successo di questo primo collegamento fu effettuato dalla squadra di tecnici pisani del Centro nazionale di calcolo elettronico, il CNUCE. Un successo ottenuto proprio grazie a quella scelta lungimirante di utilizzare il TCP/IP, per spedire i dati digitali imbustati secondo le regole elaborate 13 anni prima Vinton Cerf e Bob Kahn, e cioè grazie all’idea di impacchettare i dati digitali come fossero dentro una busta da lettera, col mittente e destinatario scritti sulla busta dentro la quale si trovava il messaggio.

A capo della squadra c’erano due tecnici, l’ingegnere Luciano Lenzini e l’allora direttore del Cnuce Stefano Trumpy: il primo si occupava di definire le regole e configurare i gateway per il trasporto dei dati, il secondo aveva lavorato a stabilire l’orbita e il puntamento del satellite geostazionario che avrebbe fatto superare ai bit l’oceanica distanza tra l’Italia e gli Usa in un batter d’occhio.

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