La privacy siamo noi: perché è necessario conoscere i propri diritti (ora come non mai)

La privacy siamo noi: perché è necessario conoscere i propri diritti (ora come non mai)

Il Dl Capienze recentemente approvato mostra quanto parlare di privacy e di rischi ad essa collegati sia sempre più necessario. Soprattutto ora. In una fase in cui il digitale galoppa e da più parti si può avere la tentazione di prendere scorciatoie per fare prima (e male), non si può abbassare la guardia. Il decreto si occupa di regolare l’accesso alle attività culturali e sportive, conferendo un potere alle Pubbliche Amministrazioni che in questo caso limita quello del Garante della Privacy e le garanzie per tutti.

Le polemiche che hanno investito Facebook ci ricordano ulteriormente che la privacy è affare collettivo. Da qui passa il nostro futuro, che non possiamo immaginare essere viziato da un progresso malato.

L’Italia ha perso decenni sul cammino dell’innovazione. Adesso sarebbe scorretto, nell’ansia di perdere l’ultimo treno, accelerare lasciando a casa la tutela dei diritti. Non è questo il messaggio della Commissione europea, che sull’AI ha spiegato bene quale sia la via; lo spirito – innovativo e garantista – da seguire.

Qual è l’antidoto contro tentazioni frettolose? La conoscenza e la consapevolezza diffusa sono le migliori armi.

Fondamentale è, pertanto, informare i cittadini dei propri diritti e dei rischi legati alla privacy online: un importante evento in tal senso è la Privacy Week che parte oggi, in collaborazione con Digital360, e per cinque giorni ospiterà online una serie di eventi gratuiti (che potranno essere seguiti interamente su Agendadigitale.eu oppure dai canali social di Privacy Network) sui temi centrali del dibattito.

Indice degli argomenti La Privacy Week 11 ottobre: Education e Big Data L’art 9 del DL Capienze 12 ottobre: “Money e Finanza”, focus su Cryptocurrency e Blockchain 13 ottobre: Artificial Intelligence 14 ottobre: Cyber Security e Innovazione 15 ottobre: Diritti fondamentali e società aperta Conclusioni

La Privacy Week

Privacy Network , organizzazione no profit che si occupa da anni di cyber security, privacy, intelligenza artificiale, etica e diritti, dall’11 al 15 ottobre ha organizzato una serie di incontri online, interamente gratuiti, su temi di primaria importanza per una cittadinanza digitale effettivamente consapevole. I relatori saranno oltre cinquanta professionisti, nonché l’Autorità Garante della Privacy. Oltre a Guido Scorza saranno presenti CLUSIT con Federica Maria Rita Livelli e Carlo Mauceli, ma anche ABI con Silvia Attanasio. I grandi nomi della privacy italiana tra cui Giovanni Ziccardi.

Sarà, poi, presente il mondo Education, rappresentato da Marco De Rossi di WeSchool, da Valerio De Feo e Angelo Leone; quello dei servizi ai privati rappresentato da Lutech, WSS Italia S.r.l., OneTrust Italia, Net Patrol Italia. Inoltre ci saranno tante eccellenze italiane dell’innovazione, tra cui HEU di Luca Visconti, Scuola di Robotica, ma anche la ormai nota Ammagamma con Fabio Ferrari.

Privacy Week potrà essere seguito interamente dai canali di Digital360 (Agenda Digitale, Cybersecurity360 e AI4Business) oppure dai canali social di Privacy Network. Di seguito alcune informazioni sul programma .

11 ottobre: Education e Big Data

Aprirà l’evento alle ore 14:00 Angelo Leone di EUservice. Il titolo di questo primo intervento è eloquente abbastanza per chiarire le finalità di questo festival. “Paura della Privacy? Fate bene”. Non è stato mai così importante redarguire il pubblico sui rischi connessi ai dati. Ogni movimento che facciamo online, ogni scelta apparentemente innocua, la nostra geo-localizzazione, acquisti, il tono dei nostri commenti, ogni indugiare su un contenuto si traduce immantinente in una traccia di bit analizzabile per prevedere e indirizzare il pubblico. La privacy è un diritto al libero arbitrio e alla responsabilità di aver deciso autonomamente?

Seguirà alle 14:30 una tavola rotonda moderata da Diego Dimalta e Alessandro Vinci cui parteciperanno l’ex presidente INDIRE, Giovanni Biondi, il direttore di Italia Scuola, Valerio De Feo, il CEO di We School, Marco De Rossi e Angelo Leone. Seguirà alle 15:30 l’intervento di We School sul valore della privacy per la Didattica Digitale. Alle 16 Luca Visconti, fondatore di HEU, spiegherà come rendere più efficace l’informativa privacy . Valerio De Feo, alle 16:30, chiarirà il ruolo del dirigente scolastico nella trasformazione digitale della scuola. La collaboratrice di Rolling Stone, Viola Serena Stefanello, parlerà alle 17:00 di sogni e ingegneria. Sembra un capitolo di fantascienza; eppure, è già realtà l’ingegneria che può manipolare i sogni e guarnire la nostra fase REM di spot pubblicitari. Sarà interessante conoscere le proposte di legge per tutelare l’inconscio quando è più vulnerabile (varrà anche per incastrare Freddy Krueger?). Come evento conclusivo, alle 17:30, Scuola di Robotica analizzerà la sua ricerca sul Facial emotion recognition applicato all’ambito scolastico. Verranno illustrati i risultati a cui il team è pervenuto, chiarendo se questa tecnologia di affective computing possa avere un qualche ruolo o se i rischi siano troppo impattanti per ammettere un uso limitato a certi ambiti.

12 ottobre: “Money e Finanza”, focus su Cryptocurrency e Blockchain

Alle 14 Giacomo Zucco aprirà la giornata con un’introduzione sui Bitcoin e la Privacy. Seguirà la tavola rotonda moderata da Sabbatini, co-founder di Hercle, in cui si argomenteranno le conseguenze che possiamo immaginare relative a una società senza tradizionale moneta. Alle 16:00 Fede Tenga parlerà di Cyberpunk e della storia dei Bitcoin, mentre alle 16:20 Massimo Mesumeci spiegherà come si configura la sicurezza con i bitcoin. Paolo dal Checco alle 16:40 darà alcune informazioni sugli analytics per la blockchain. Infine alle 17 concluderà la giornata un’altra Tavola Rotonda che definirà gli sviluppi della Finanza con gli ecosistemi DEFI, NFT, dApps, SSI.

13 ottobre: Artificial Intelligence

Alle 14:00 apriranno l’evento Lorenzo Cairo, Massimiliano Cuce, Marco Galli. L’intervento riguarderà le decisioni degli algoritmi e la cosiddetta Black Box Opacity . L’opacità nel machine learning è uno dei maggiori limiti per raggiungere la trasparenza richiesta per le decisioni automatizzate. Non essere consapevoli di quello che avviene negli strati nascosti è un puzzle che ne va dei diritti degli individui e del miglioramento delle performance della macchina stessa.

Alle 14:50 ci sarà la tavola rotonda sull’automazione dei processi di reclutamento del personale. Modererà il direttore di Agendadigitale, Alessandro Longo. Alle 15.45 l’intervento di Nicola Vanin e Lisa Covino sui rischi relativi ai dati non strutturati, rispondendo alla domanda se possa aiutare l’Intelligenza Artificiale. Alle 16:35 Luna Bianchi e Diletta Huyskes parleranno di un progetto di Privacy Network: l’Osservatorio Amministrazione Automatizzata. Sul modello dei registri introdotti fino ad ora solo ad Amsterdam, a Nantes e a Helsinki, questo repository costantemente aggiornato dal team di Privacy Network anche su segnalazione delle persone, offrirà una panoramica degli algoritmi e dei processi automatizzati introdotti nelle PA e del Governo, chiarendo usi, finalità, eventuali rischi. La consapevolezza (e quindi la trasparenza) è l’unica base perché sia possibile dare fiducia alle tecnologie. Alle 17:00 Federico Bomba, direttore di Sineglossa, ci farà fare un “tour” dei dati in Italia. Infine chiuderà una tavola rotonda alle 17:25 sui rischi dell’IA e sui regolamenti. Modera Gabriele Ientile.

14 ottobre: Cyber Security e Innovazione

Alle 14 i membri CLUSIT, Livelli e Mauceli, parleranno di Privacy in un contesto sempre più imbevuto di digitale. Business Continuity, Cyber Security e Risk Menagement : qual è il senso di queste parole? Segue la Tavola Rotonda moderata la Lisa Covino sempre sui temi della sicurezza digitale. Marco Prandini alle 16 parlerà del gap nelle competenze relative alla sicurezza, proponendo buone pratiche per colmare queste lacune estremamente rischiose, a maggior ragione che con l’articolo del nuovo decreto Capienze la PA potrà decidere dei dati in maniera autonoma dai regolamenti. Alessandro Pezzott, alle 16:20, e alle 16:40 Gian Battista Locatelli parleranno rispettivamente del team di lavoro e dei software per tutelare i dati delle aziende. Alle 17:00 Giulia Cabianca ed Elena Marafeo di Lutech ci chiariranno il senso del “cyber security advisor”. Chiuderà alle 17:45 la tavola rotonda sulla sicurezza sanitaria: modererà Matteo Navacci.

15 ottobre: Diritti fondamentali e società aperta

Apre subito alle 14 la tavola rotonda moderata da Elisa Serafini. Si parlerà dei sistemi di social scoring , chiarendo lo stato dell’arte in Cina e le iniziative in Europa. Nel Sol Levante è da tempo che si sperimenta un sistema di controllo sociale massiccio, che, attraverso premi e punizioni, mira a mantenere imprese, enti e individui controllati. La narrazione descrive questo social scoring come una misura finalizzata al miglioramento della società tutta, eppure la realtà suona già apocalittica. Alle 15 ci sarà la tavola rotonda a cui parteciperanno Guido Scorza e i 3 founder di Privacy Network. Il tema è il facial recognition nei luoghi pubblici. Alle 16 sarà il momento della libertà di espressione. Parleranno Giovanni Ziccardi e Leila Belhadj Mohamed. Alle 16:40 Andrea Rossi parlerà di diritti connessi alla Privacy e le proposte di migliorare la modalità di richiesta di informazioni. Chiuderà quest’ultima giornata Federico Morgantini di Forbes , portandoci un case study relativo alla rivista, a come si gestiscono i dati degli utenti online.

Conclusioni

Anche alla luce delle preoccupazioni che il decreto legge sulla Capienza ha sollevato, informarsi e informare il pubblico è il punto di partenza per impedire abusi e fare in modo che gli utenti imparino a riconoscere i pericoli della sicurezza digitale.

La smaterializzazione dei dati, delle pratiche e delle relazioni smaterializza anche le situazioni potenziali (e reali) di pericolo. La conseguenza di ciò è che il rischio non viene avvertito come tale. Non è questione di intellettualismo etico: la conoscenza non è sufficiente per la “virtù”, ma di sicuro è necessaria. Ecco perché formare i cittadini, offrendo servizi di alto livello come quello descritto nelle righe precedenti, è una buona pratica da lodare e da replicare.

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