Criptovalute: perché il 2022 sarà l’anno dei regulators

Criptovalute: perché il 2022 sarà l’anno dei regulators

Nuova categoria di investimento

In questa prospettiva i regulators canadesi hanno definito una nuova categoria di investimento, i cosiddetti crypto-contracts che comprendono tutti i depositi in valute digitali presso le exchanges. Automaticamente tutte le società che operano in crypto-contracts vengono assoggettati alla vigilanza della Canadian Securities Administrators (Csa). Questa modalità di approccio al problema supera le difficoltà che sta incontrando la Securities Exchange Commission (Sec) americana nel definire quali valute digitali siano qualificabili come securities oggetto di vigilanza e quali no.

Le autorità europee hanno invece posto il problema della vigilanza sui wallets proprietari, che rimarrebbero allo stato attuale anonimi e fuori dal perimetro di qualsiasi vigilanza. In particolare, il problema si porrebbe a causa del potenziale utilizzo di questi strumenti per il riciclaggio di denaro ed il finanziamento del terrorismo. A livello internazionale, il Financial Crimes Enforcement Network (FinCEN) ha proposto che i fornitori di servizi in valute digitali (exchanges, ma anche banche) raccolgano informazioni sull'identità dei possessori di wallets proprietari che interagiscono con loro secondo lo standard KYC (Know Your Customer). In parole semplici, se un utente volesse convertire in valute fiat i propri Bitcoin custoditi personalmente, dovrebbe fornire obbligatoriamente le proprie credenziali agli intermediari.

Tale approccio (conosciuto come travel rule) equiparerebbe le transazioni cripto ai bonifici bancari, applicando regole molto più rigide di quelle in vigore per le transazioni in contanti, attraverso le quali si svolge il 99,5% del riciclaggio di denaro.

Coordinare la regolamentazione sulle valute digitali a livello globale

Non si stanno muovendo solo i big players. In tutto il mondo stanno proliferando iniziative di regolamentazione tese a creare un ambiente ordinato per lo sviluppo dei mercati cripto: Ucraina, Brasile, Cuba; a breve Paraguay e Panama. Il rischio è che si proceda in ordine sparso e senza una prospettiva di insieme, in un settore dove è estremamente semplice l'arbitraggio regolamentare di divieti ed interpretazioni divergenti.

In questa fase occorrerebbe favorire il più possibile un coordinamento delle varie authority intorno a principi e procedure condivise: l’Ue ha scelto il percorso più corretto attraverso lo sviluppo della Markets in Crypto-Assets (MiCA) Regulation, ma come sempre il ritmo appare troppo lento rispetto alla velocità sviluppo dell'economia digitale.

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